Con il termine “a sventola” si indica nel gergo comune un difetto che interessa le orecchie, che sul piano estetico si presentano particolarmente sporgenti. Più nello specifico, sono i padiglioni auricolari che presentano una struttura disposta verso l’esterno, una sporgenza evidente rispetto alla testa che rende difficile coprire le orecchie anche con i capelli.

Le orecchie “a sventola” sono una dismorfia piuttosto diffusa che non determina problematiche funzionali del senso ma esclusivamente estetiche. Tuttavia tale difetto produce spesso problemi di autostima e psicologici, dettati dalla preoccupazione di divenire ed essere oggetto di scherno.
Per questi motivi, i genitori scelgono, per i propri figli, la chirurgia estetica correttiva già in età infantile. L’operazione, definita otoplastica, è infatti conducibile sui bambini a partire dall’età di sette anni. Prima di questo periodo l’intervento non è raccomandato poiché è necessario, ai fini di una buona riuscita dell’operazione, che lo sviluppo del padiglione auricolare sia completo.

L’intervento di otoplastica viene condotto in anestesia locale con sedazione e solo raramente, e se ritenuto opportuno, in anestesia generali. Per correggere le orecchie, il chirurgo incide la parte posteriore del padiglione provvedendo all’asportazione di una sezione di cute e di tessuto cartilagineo necessari al riposizionamento lineare dell’intera struttura auricolare. Sono sufficienti circa 30 minuti ad orecchio per correggerlo e, una volta portata a termine la sutura delle incisioni, il chirurgo applica dei cerotti chirurgici e un bendaggio elastico. La medicazione resterà in loco per alcuni giorni, per essere poi sostituita da una fascia elastica utile per sostenere la nuova struttura delle orecchie e necessaria per i trenta giorni successivi.

L’otoplastica è un intervento utile anche per la correzione di altri difetti delle orecchie, dalla ricostruzione del lobo alla riduzione del padiglione.